Haiku: la poesia giapponese

Nata in Giappone nel XVII secolo, la poesia haiku è oggi molto apprezzata in tutto il mondo e sono tanti gli aspiranti poeti che cercano di cimentarsi nella composizione di questi brevi versi di grande intensità.
Tradizionalmente l’haiku consiste in un componimento poetico formato da soli 17 “on”, cioè suoni, suddivisi secondo lo schema 5/7/5. L’haiku giapponese infatti si può esprimere in un unico respiro e consiste generalmente in un solo verso.
I poeti che scrivono haiku in altre lingue preferiscono una struttura composta da tre versi. Questo perché hanno identificato gli on con le sillabe, ma a differenza degli on che hanno tutti la stessa durata, le sillabe hanno lunghezze differenti, quindi può capitare che uno haiku composto da 17 sillabe risulti molto più lungo rispetto ai tradizionali haiku giapponesi.
Per rispettare la caratteristica principale dell’haiku, che è quella di poter racchiudere un momento, un’immagine o una sensazione in pochissimi suoni, un haiku in lingua italiana dovrebbe essere di non più di 14 sillabe.
Generalmente negli haiku vengono accostati due concetti differenti, che in lingua giapponese vengono separati da una “parola che taglia”, detta “kireji”: nelle altre lingue per rappresentare la cesura si tende ad usare un trattino.
La sovrapposizione di due immagini diverse può essere un semplice accostamento che suscita emozioni nel poeta, oppure può nascondere una metafora, che rende il componimento ancora più significativo.
La descrizione minuta di alcuni dettagli è un’altra caratteristica importante della poesia haiku, così come il riferimento alle stagioni, che può essere esplicito o consistere in un’allusione poco evidente, come la presenza della neve o di un fiore primaverile.
Secondo la tradizione, gli haiku giapponesi sono ispirati da elementi naturali, attimi di bellezza che suscitano sensazioni intense; i componimenti moderni tuttavia possono riguardare anche paesaggi urbani, emozioni, relazioni e persino argomenti comici.