Mi chiamo Alessio Giungato, e sono Giappodipendente!
“Buonasera a tutti, mi chiamo Alessio Giungato, e sono Giappodipendente.”
Questa frase, pronunciata spesso dai miei amici per burlarsi del sottoscritto, è forse un riassunto del mio rapporto con il Sol Levante.
È inutile raccontavi la storia della mia vita per spiegarvi quando e come sia nato quel rapporto d’amore che mi ha legato e mi lega ancora alla terra dei Samurai… anche perché potrei dirvi un sacco di cose! Potrei dirvi che ho trovato un Manga a casa di un amico, l’ho letto e ho poi ordinato tutta la serie online, oppure: ho fatto domanda per entrare come macchinista nelle FS e ho cominciato a studiare i treni e ho scoperto che neanche “quando c’era lui” i treni erano puntuali come in Giappone, ci credereste?
No, perché il Giappone lo amo a prescindere dai manga e perché in Italia non siamo poi messi tanto male come tecnologie ferroviarie (che poi sia tutto disorganizzato è un altro conto).
Ed ecco qui, “l’altro conto”. È proprio “l’altro conto” che mi ha portato lì, è proprio quell’organizzazione maniacale che amo. Io sono un fissato, un programmatore, e vedere in TV queste persone che sembrano essere dei robot mi ha esaltato, dovevo vedere qualcosa che qui in Italia è pura utopia.
“Devo andare in Giappone” ho detto ai miei.
“E vai, vai” è stata la secca risposta.
Non l’avessero mai data.
Per anni, quotidianamente, li ho scocciati e tramortiti con aneddoti, informazioni, filmini, foto, musica e con tutto il materiale che raccoglievo per arricchire il mio amore per quelle isole tecnologiche.
Arricchire… Qui viene il bello.
Si, ci sono parecchi siti su internet che pianificano viaggi “low cost” al giorno d’oggi, solo che il concetto di “low cost” è alquanto relativo per uno studente universitario che si mantiene facendo ripetizioni e riparando PC a tempo perso, e quei 2500€ all’epoca erano una cifra esorbitante per me, e non avevo alcuna intenzione di chiedere i soldi ai miei (non l’avevo fatto per la patente e per la Giungatomobile, cose utili, figuriamoci per un “inutile viaggio di piacere” che potevo farmi pure a Pane e Pomodoro, rinomata –si fa per dire- spiaggia barese, a pochi passi da casa).
Così iniziai a cercare lavoro meno “alla leggera” riuscendo, dopo stage e corsi vari, ad essere assunto in un negozio di PC.
Abbandonati gli studi per dedicarmi al lavoro a tempo pieno accantonai il Giappone preso dagli eventi e dalle possibilità di carriera che colsi in poco tempo diventando titolare di un’azienda tutta mia.
Felice e contento delle entrate riaprii il progetto Giappone non sapendo che per me i politici e la finanza avevano ben altri progetti…
Dopo un primo anno in attivo, la Crisi (quella vera, non quella della gente che si lamenta che non può comprarsi altre 2 auto e ha 5 telefonini) inizia a farsi sentire e il nostro Bel Paese decide di aumentare le tasse e, soprattutto, l’IVA. Tra anticipi, giroconti, rimborsi, acconti ecc.. rimango nuovamente senza fondi sufficienti per il progetto Giappone che, tra le altre cose, slitterà per il tragico terremoto.
Il 2012 inizia quindi con un crollo (passatemi il termine) emotivo. Inizio a osservare il Giappone attraverso i video di vari youtubers, blogger ecc. Mi iscrivo a tutte le pagine a tema su Facebook e inizio a monitorare tutti i siti possibili per trovare un viaggio per il 2013.
Ero così preso che mia madre mi vedeva sempre sugli stessi siti, tanto da pensare che volessi andare in Giappone per incontrare Marco Togni in un ristorante e mangiare fino allo stremo perché “è tutto molto buono e… costa veramente pochissimo”, soprattutto poi se è cucinato da Maru-chan, il Marco Rondoni che m’aveva stregato col suo pasta party. Mio padre, più malizioso, pensava volessi trovarmi una studentessa come quelle che mi insegnavano la lingua su youtube, e fidanzarmi come ha fatto Andrea Secco. Alla fine parlavo di queste persone come se fossero miei amici, tanto che mia sorella mi sfotteva “ma che fai, vivi sendai?” e altre cretinate.
Io guardavo, riguardavo… e soffrivo. Ma mai dire mai.
Dopo Pasqua, iniziai ad organizzare le vacanze di Agosto in Toscana con un gruppo di amici. Essendo appunto un fissato, avevo preparato tutto alla perfezione e mancavano solo le date effettive di partenza per le varie “ferie”.
Arrivati a Giugno, nessuno sapeva nulla: “io non lo so, io vado in ferie la settimana dopo, io quella prima”, erano le risposte che mi facevano arrabbiare.
Una sola fu la risposta che ha cambiato tutto: “sìnd a mè, vattìn in Giappòn, che fai prima” (traduzione dal barese: ascolta il mio consiglio, è più facile che un cammello… ehm che tu organizzi una vacanza per te in Giappone che io venga in Toscana con te).
Fu un colpo al cuore, sia perché me la disse una mia amica alla quale tenevo molto (niente di amoroso, sennò sarei andato in Giappone per suicidarmi), sia perché mi fece riaprire gli occhi e domandare “perché stare un mese in Toscana con i miei amici a fare la sagra della salsiccia quando posso andarmene in Giappone?”.
E vai con la trafila burocratica.
La prima cosa che feci fu il passaporto: siccome in giro ci sono ventimila pareri discordanti sul suo uso, utilizzo, sulla durata, sulle “marche” ecc… compilai la richiesta on line per il biometrico e andai a rompere le scatole in questura con domande e dubbi vari ogni giorno, tanto che mio nonno mi iniziò a chiamare “il carcerato”, perché sembravo uno agli arresti domiciliari che ogni mattina si reca in questura per firmare.
Ottenuto il tecnologico libretto dal colore ambiguo, che anche se non fossi partito mi sarebbe servito in futuro, iniziai a ricercare le nuove tariffe sui citati siti di viaggi online. Parecchi erano già esauriti, uno addirittura prima ancora di pubblicare il programma di viaggio già organizzava quello per Aprile, e poi lessi:
Capodanno Tokyo+Hong Kong.
Capodanno, wow! Ve lo immaginate il capodanno in Giappone? E poi, 10 giorni SOLO a Tokyo! Altri viaggi erano Kyoto, Nikko, Kamakura e Tokyo, ma quello era SOLO TOKYO (più Hong Kong per motivi logistici) e io, volevo si vedere tutto il Giappone, ma Tokyo non si vede in 3 giorni (neanche in 10, ma comunque son buoni) e mandai una mail di richiesta informazioni.
La mia Giappomania intanto si intensifica: ancora prima di avere le carte dall’agenzia sapevo già gli orari dei voli, i nomi degli alberghi, avevo prenotato il treno per Roma rimanendo sul sito FS fino a notte fonda (l’8 dicembre cambiavano gli orari e i treni prenotabili online sono stati caricati su internet la sera prima), e contattato su facebook gli accompagnatori anche perché, vedete il caso, uno di loro conosce mio cugino che lavora nella città dove ha sede l’agenzia.
Avuto anche l’avvallo dalla zia (perché le mamme non si fanno mai i fatti loro) sulla serietà dell’agenzia, i miei genitori mi danno il permesso di partire anche se io avevo già firmato l’iscrizione e pagato la prima rata. Permesso formale poiché non sono più un ragazzino, ma comunque un gesto carino da parte loro visto che erano felici del mio traguardo.
Pagato l’intero viaggio arriva la settimana prima della partenza che, per citare un film, è stata la peggiore della mia vita: prima di partire ho dovuto comprare la valigia nuova perché la mia era 3 cm più grande del consentito e troppo pesante; mi sono messo 4 punti sotto il mento durante una partita di calcio rischiando di partire con una benda alla film horror; la banca mi chiama per dirmi che gli Yen non sanno cosa siano e quindi mi devo arrangiare per trovarli; il mio commercialista si ricorda 2 giorni prima della partenza che c’è l’acconto IVA 2013 da pagare e… niente: la mia passione e la mia voglia di andare in Giappone hanno superato tutto questo.
Ora che sono qui, ringrazio tutti: persone ed eventi perché son tornato da un viaggio stupendo che mi ha cambiato la vita e mi ha insegnato tante cose sin dal giorno della sua preparazione.
Ora spero di tornare in Giappone al più presto, magari con qualcuno/a al mio fianco.
Vorrei finire con una morale, dicendovi cosa fare o non fare per andarci e lo faccio da copione:
1 – Se avete intenzione di andare in Giappone la prima cosa da fare è mettere i soldi da parte perché si, la voglia e la speranza ci sono, ma è normale che ci siano delle spese da affrontare.
2 – Andate in Giappone e godetevelo. Se ve lo dice un pianificatore come me vi dovete fidare: una volta li lasciatevi trascinare dal momento, dal vostro istinto, dalle vostre voglie, dai suggerimenti degli amici e degli eventuali accompagnatori, e vedrete che tornerete con le lacrime agli occhi, lacrime di gioia che mi sto asciugando ora ripensando a quei bellissimi giorni in Giappone che spero di potervi un giorno raccontare.
Grazie per avermi letto.
Alessio Giungato