Elezioni giapponesi VS elezioni italiane
Mentre scrivo queste righe è domenica 16 dicembre ed i giapponesi si stanno recando alle urne per votare il nuovo governo, siccome anche in Italia si andrà presto ad elezioni mi sembra giusto fare un paio di considerazioni e mettere a confronto due realtà diverse ma con dei punti in comune. Partiamo dalla campagna elettorale, che a causa delle elezioni anticipate è durata solo un paio di settimane, ed ha visto come temi principali la necessità di una ripresa economica, il dibattito sull’energia nucleare ed i difficili rapporti diplomatici con la Cina. Soprattutto per quanto riguarda questi ultimi due, il Giappone sembra andare incontro ad un periodo piuttosto turbolento.
Il partito favorito e pronosticato come stra-vincitore è tornato ad essere quello dei conservatori (Partito Liberal Democratico), che prima della sconfitta del 2009 aveva governato quasi ininterrottamente il Paese per oltre 50 anni. La “sorpresa” di queste elezioni è stata la ridiscesa in campo di Shinzo Abe (nel video), già Primo Ministro nel 2006 per un mandato che durò un solo anno, la cui opinione sulla gestione delle relazioni con la Cina è abbastanza radicale e preoccupa i più moderati che temono un ritorno del nazionalismo. Per quanto riguarda il nucleare, che il Partito Democratico si dichiarava intenzionato ad abolire definitivamente entro i prossimi trent’anni, si tornerà probabilmente a discutere. I conservatori di Abe infatti sono “meno contrari” a questa fonte di energia, e pur non schierandosi apertamente a favore hanno ribadito che il ruolo dell’atomo è ancora importante.
Ora veniamo alla domanda che mi avete fatto più volte: “fanno più schifo i politici italiani o quelli giapponesi?” Potrei dare una risposta secca ma voglio prima dire quello che i giapponesi pensano dei loro rappresentanti nelle istituzioni, in tre parole: “incapaci, mantenuti, nullafacenti”. In questo direi che non ci distinguiamo molto, il disgusto nei confronti della classe politica è quasi analogo.
La mia opinione però è leggermente diversa, non che sia soddisfatto da quello che c’è ora (tutt’altro!), ma non essendo un giapponese e neppure un residente “full time” il mio giudizio è quello di chi ne ha viste di peggio. Della “mediocrità”, a voler essere gentili, di numerosi governanti giapponesi non si discute perché è un dato di fatto. La differenza sostanziale rispetto all’Italia è che qui in Giappone i politici hanno ancora il senso della vergogna e del pudore, ed in alcuni casi anche un briciolo di onestà, che non compensa l’incapacità, ma è sempre meglio di niente.
Per concludere non posso fare a meno di mostrare una scena che lascia veramente un confronto impietoso fra due Paesi, ieri ho fatto una foto ad alcuni pannelli per l’affissione dei manifesti elettorali a Tokyo e l’ho affiancata ad uno degli scempi che siamo abituati a vedere nelle città italiane prima di ogni richiamo alle urne, in questo avremmo davvero molto da imparare.