Le peggiori aziende giapponesi in cui lavorare
La lista nera delle società giapponesi più malvagie nei confronti dei propri dipendenti, sovraccaricati di lavoro e senza diritti.

Il mondo del lavoro in Giappone non è propriamente paradisiaco. Tante ore di straordinari, gerarchie aziendali e pressioni sociali sono solo alcune delle cause più comuni che trascinano molti giapponesi in una spirale di stress senza via d’uscita, che nei casi più drammatici può condurre alla depressione o addirittura all’atto estremo di togliersi la vita, in un Paese in cui il tasso di suicidi risulta essere fra i più alti del mondo. La sicurezza di un impiego fisso e di un buono stipendio valgono la propria salute o la propria esistenza?
Karoshi (過労死) è un termine giapponese che indica la morte per troppo lavoro, e da alcuni anni è trattato dai media e dall’opinione pubblica come un serio problema sociale. Mina Mori, suicidatasi nel 2008 all’età di 26 anni, è stata riconosciuta come vittima di karoshi a causa delle 140 ore di straordinari effettuate nell’arco di un solo mese d’impiego nella nota catena di ristoranti Watami.
Condizioni di sovraccarico di lavoro come quelle che hanno portato Mina al suicidio non sono rare, secondo l’International Labour Organization circa il 30% degli impiegati giapponesi lavora più di 50 ore a settimana, senza contare il tempo speso fuori dall’ufficio per attività inerenti all’impiego. Una media estremamente alta, soprattutto se confrontata con quella dei Paesi Europei.
Fortunatamente non è tutto così drammatico, ci sono anche ambienti lavorativi a misura d’uomo, ma se vi trovaste in Giappone in cerca di lavoro, vorreste sapere quali sono le peggiori aziende in cui essere assunti? Nel 2012 un gruppo di attivisti sindacali, accademici e avvocati ha inaugurato il Black Corporations Award (ブラック企業大賞), la classifica annuale delle compagnie giapponesi più malvagie. I criteri di giudizio si basano su vari aspetti come lunghi e intensi orari lavorativi, bassi salari, straordinari non pagati, abusi di potere, discriminazioni, violazioni della legge, ecc.
Il primo posto per la classifica del 2014 è stato assegnato a Yamada Denki, un nome che a tanti di voi non dirà nulla, ma che è molto noto qui in Giappone, trattandosi di una delle più grandi catene di distribuzione di elettronica da consumo. Le principali motivazioni sono legate ad alcune morti, riconosciute come karoshi, di dipendenti dell’azienda che sono stati sottoposti ad orari lavorativi disumani.
Ecco l’elenco dei primi 10 classificati del 2014:
- Yamada Denki
- Tokyo Metropolitan Assembly
- Tama Home
- Ricoh
- Akita Shoten
- A-1 Pictures
- Takano Yuri Beauty Clinic
- Daisyo Corporation
- JR West
- Zensho Holdings
L’associazione di cittadini che ha stilato questa classifica vuole portare agli occhi dell’opinione pubblica la troppo frequente inosservanza delle leggi sul lavoro e la mancanza di tutela per i dipendenti di numerose grandi aziende giapponesi. In un Paese in cui l’immagine conta più di ogni altra cosa, dire a gran voce i nomi delle società che non rispettano i diritti dei propri impiegati è un metodo efficace per spingerle al cambiamento.